mercoledì 24 settembre 2025

Monica Martinelli -Timing Time

 Una mia nota sulla raccolta "Timing Time" di Monica Martinelli







Timing Time - Gradiva Productions 2025


Commento di Renato Fiorito 

Una silloge di poesie vecchie e nuove, alcune inedite, scritte in un lungo lasso di tempo tra il 2018 e il 2024 e suddivise in due sezioni: la prima dedicata alla necessità di crearsi un tempo più lento, un tempo da trattenere per comprenderne meglio il senso (“Timing time” che dà il titolo al libro); e la seconda in ricordo della madre; le altre sono tratte da precedenti raccolte: “Poesie ed ombre” del 2009, “Alterni presagi” del 2011, “L’abitudine degli occhi” del 2015.

La bella prefazione di Plinio Perilli ci dice che il tempo di cui si parla nel libro è più immaginifico, interiore, che cronometrico e che tra filosofia e poesia è quest’ultima a intuirne il significato profondo. Il tempo che non passa, che tratteniamo nel cuore, è quello in bilico tra passato e futuro, che rende immanente il tempo soggettivo e segna stabilmente le nostre vite, i ricordi, le speranze. Tra Eraclito (panta rei) e Parmenide (tutto è sempre presente) Monica sembra privilegiare il secondo.

Nella poesia iniziale, che dà nome alla raccolta, Monica scrive: “…il tempo cresce insieme a te, ti aspetta e ha pazienza…trattienilo più che puoi il tempo” Ecco dunque disegnato in versi essenziali l'idea di un tempo che ci cammina accanto e che è nostro alleato, non nemico. 

Le poesie hanno un respiro armonico e ampio, mantenendo in costante dialogo, come sempre dovrebbe accadere, la soggettività del singolo e l’immensità della natura che lo trascende: “…distese di terra e sogni/ stessi confini delimitati dal mare…” e, in altra parte: “Il sole è solo una lampada/ con la sua luce che sfuma/ troppo in fretta/ ma sa che non è vera la morte…”

La seconda sezione è nostalgia della madre, del passato che solo dà senso e dolore al presente: “Prendersi per mano e proteggersi dal mondo/ unire due paure e due destini…questo mi è mancato”; e in altra: “quando i ricordi si sgranano/ si sgretola il passato in macerie di memoria/ in sassi antichi dove riposa/ l’urna del tempo”. E' infine sinero e toccante il pensiero della morte: “Per accettare la realtà ci vuole coraggio/ e tu ne hai avuta prima di lasciarmi?...// Non esiste morte giusta…”

L’ultima parte del libro è composta da una selezione di poesie tratte dalla raccolta “L’abitudine degli occhi”, che si ha l’opportunità di rileggere, oppure di conoscerne per la prima volta qualche stralcio, se non si è ancora letto il libro.

La raccolta, bella sin dal titolo, in qualche modo, prefigura e annuncia le tematiche poi sviluppate in “Timing Time” della identificazione armoniosa dello spirito con la natura. Nella poesia scelta per prima infatti si può leggere:”: Sono la pioggia che disseta la terra…/ Sono il vento che scrolla pioggia dalle nuvole …/ Sono la terra bagnata dalla pioggia…/, con questa evocazione dell’acqua quale elemento duttile e vivificante, che sa adattarsi alla forma dell’anima e dei sogni da essa alimentati.

Si tratta insomma di poesie sincere, limpide, scritte con linguaggio piano e comprensibile, come succede quando si hanno cose importanti da dire e non si vuole nasconderle dietro esibite complessità letterarie. Poesie limpide come l’acqua tante volte evocata o il cielo azzurro e luminoso dei suoi tanti versi, che inducono emozioni e un senso naturale di identificazione.

La silloge è bilingue ed è edita dalla casa editrice americana “Gradiva Publications” di New York, diretta da Luigi Fontanella che, con questa pubblicazione, certifica  il passaggio di Monica Martinelli a una dimensione  internazionale.

 

Renato Fiorito. Roma 14/4/2025



 





Giovedì 18 settembre abbiamo realizzato al Fontanone del Gianicolo, nella magia dei Giardini segreti dell'Acqua Paola l'evento: POETI PER IL GIUBILEO -
Direttore Artistico Gabriele Manili
Hanno condotto la serata Anita Napolitano e Renato Fiorito
E' intervenuto Dario Nanni, Presidente della Commissione speciale per il Giubileo;
e i poeti: Lucianna Argentino, Marco Belocchi, Luca Benassi, Mauro Corona, Anna Maria Curci, Raffaela Fazio, Francesca Liani, Tiziana Marini, Monica Martinelli, Anita Napolitano, Marco Onofrio, Plinio Perilli, Rossella Seller, Guido Tracanna, Michela Zanarella;
gli attori: Marco Belocchi, Eduardo Fiorito, Angelo Filippo Iannoni Sebastianini;
i musicisti: Giacinto Mazzola e Amedeo Morrone.

venerdì 15 agosto 2025

"Andante con pioggia" in Polonia



(foto by Daydream Studio)


"ANDANTE CON PIOGGIA" SBARCA IN POLONIA

Poesie tratte dalla silloge "Andante con pioggia" (Terra D'Ulivi Edizioni) approdano su alcuni blog letterali polacchi grazie a Izabella Teresa Kostka. Wers - niezależny obszar literacki / Verso - spazio letterario indipendente in versione bilingue italiano - polacco. buona lettura! //

Wybrane wiersze z tomu „Andante con pioggia / Andante z deszczem" ” Renato Fiorito (wyd. Terra D'Ulivi Edizioni) widnieją dzisiaj na międzynarodowym blogu kulturalnym Wers – niezależny obszar literacki / Verso – spazio letterario indipendente w języku polskim i włoskim. Zapraszam do lektury!

ERO VENUTO COSÌ

Ero venuto cosi, senza difese
a parlare di niente e di poesia.
Pioveva. Avevi occhi
che riempivano l’aria di pagliuzze.
Così la pioggia diventò d’argento.
Dimenticai l’ombrello per guardarti.
Non mi dispiacque, non era un grande danno.
Non sentire la pioggia che cadeva
fu invece un segno.
Dimenticare il cuore fu più grave.

*

TAK SOBIE PRZYSZEDŁEM

Tak sobie przyszedłem, bezbronny,
by rozmawiać o niczym i poezji.
Padał deszcz. Twoje oczy
wypełniały powietrze cekinami.
Deszcz stał się srebrny.
Zapomniałem parasola, żeby na ciebie popatrzeć.
Nie żałowałem, to nie była wielka strata.
To, że nie słyszałem padającego deszczu,
było raczej znakiem.
Zapomnienie o sercu było czymś poważniejszym.


COVONE

Passa sulla pelle l’estate
col suo vestito rosso
e un fermaglio di luce tra i capelli.
Come farfalla
si posa sulla mano
l’ora che muore.
Nulla saprei della vita
se non sapessi di te.
Abita il tuo sorriso
il cuore immenso della terra
ed è lì che costruirò la mia casa.
Si trattiene l’ultima luce
sul cerchio perfetto di un covone
e sui capelli che ti incorniciano il viso
come un mondo proibito.
Si muove sinuoso
un desiderio di felicità.
Affondo le dita
tra riccioli di sole
e dai tuoi occhi imparo
la profondità del mare.

*

STÓG

Lato przemyka po skórze
w czerwonej sukience
i ze smugą światła we włosach.
Niczym motyl
siada na mej dłoni
w chwili śmierci.
Nie wiedziałbym nic o życiu,
gdybym nie wiedział o tobie.
Twój uśmiech mieszka
w ogromnym sercu ziemi
i tam zbuduję swój dom.
Ostatnie światło zawisa
na idealnym okręgu stogu siana
i na włosach
okalających twe oblicze
jak zakazany świat.
Płynnie porusza się
pragnienie szczęścia.
Zatapiam palce
w słonecznych lokach
i z twoich oczu uczę się
głębin morza.


ALMENO SEI FELICE?

Come un abito liso
indosso la mia tristezza.
Risuonano come un’eco le parole
che un tempo mi dicevi.
Non ricordo il momento in cui ti ho persa
e la ragione che piano ti ha cambiata
Non ti ascoltavo quando la dicevi.
Fluisce il tempo e cambia il suo colore
come muro che cresce in una notte
e tu dall’altra parte sei già altro.
Cresce l’ortica. Nessuno l’ha piantata.
Molto mi hai dato, è vero, e molto hai tolto.
Or siamo pari e non ti devo niente.
In dono mi hai lasciato questa pena.
Ma tu, dimmi, almeno sei felice?

*

CZY PRZYNAJMNIEJ JESTEŚ SZCZĘŚLIWA?

Jak zniszczony ubiór
noszę swój smutek.
Słowa,
które kiedyś mi powiedziałaś, rezonują jak echo.
Nie pamiętam chwili, w której cię straciłem
i powodu, dla którego powoli
się zmieniłaś.
Nie słuchałem, kiedy o nim mówiłaś.
Czas płynie i zmienia kolor
jak mur, wyrastający z dnia na dzień,
a po drugiej jego stronie jesteś już kimś innym.
Pokrzywa rośnie. Nikt jej nie zasadził.
Dałaś mi wiele, to prawda, ale wiele też odebrałaś.
Teraz jesteśmy kwita i nic ci nie jestem winien.
Zostawiłaś mi to cierpienie w prezencie.
Ale ty, powiedz mi, czy jesteś przynajmniej szczęśliwa?


INFINITA ESTATE

Di nuovo estate.
Se non fosse per gli anni
non è mai finita.
A sottrarre gli inverni
restano giorni
traboccanti di sole
e languori d’autunno
in infinito replicarsi
trova requie il desiderio di te.
In un angolo inutile del cuore
ondeggia in dormiveglia
l’azzurrità del mare
sapendo che la vita
ormai è poca cosa.
Una barca alla fonda toglie l’ancora
si mette di traverso
e prende il vento.
La seguo un poco
fin quando non scompare.
Poi penso ad altro
ed è già domani.

*

NIEKOŃCZĄCE SIĘ LATO

Znowu lato.
Gdyby nie lata,
nigdy by się nie skończyło.
Kradnąc zimy,
pozostają dni
przepełnione słońcem
i jesienną chandrą
w niekończącym się powtarzaniu
pragnienie ciebie znajduje ukojenie.
W bezużytecznym zakamarku mego serca
błękit morza faluje w półśnie,
świadomy, że życie
jest teraz takie błahe.
Zacumowana łódź podnosi kotwicę
ustawia się bokiem
i łapie wiatr.
Podążam chwilę za nią,
dopóki nie zniknie.
Potem myślę o czymś innym
i już nastaje jutro.

***

martedì 17 settembre 2024

 

“Assolo dell’ortensia” di Annamaria Curci

Macabor 2024

Nota di Renato Fiorito

 


“Una terrazza metafisica”, dice Silvano Trevisani nella sua prefazione a “Assolo dell’ortensia”, l’ultima raccolta poetica di Anna Maria Curci (Macabor 2024), terrazza che mi riporta a un’altra, concreta e viva nella mia memoria, affacciata su un giardino d’ortensie azzurre che esplodevano ogni inizio estate nel cortile per festeggiare la nuova stagione. Il portiere ne tagliava a volte qualcuna e la donava a mia madre. Anche Anna Maria mi porta oggi questo dono floreale che per strade misteriose mi riconduce agli antichi sapori di una giovinezza custodita nel cuore, grazie a poesie che, partendo da quella ispirazione, suggeriscono un viaggio misterico nel travaglio della vita, nella sua bellezza e nel suo dolore, attraverso un verseggiare suggestivo e immaginifico intorno al segreto insondabile del vivere.

Lieve e intensa, discreta e sussurrata, come sempre è la poesia di Annamaria, la raccolta ha l’armonia dei classici, l’icasticità degli ermetici, la levità del tanka e dell’haiku. In essa, il più voluttuoso dei fiori fa da lussureggiante controcanto a versi sobri, essenziali e inattesi, perfettamente ordinati dalla sua sapienza letteraria.

Dietro la ricchezza delle metafore raramente si rinvengono fatti concreti, essendo l’attenzione della poetessa interamente concentrata sul valore delle emozioni, sui trasalimenti dell’anima di fronte alla fatica e alla bellezza della vita. Metafore e allusioni sono brevi, fulminanti, a volte spiazzanti, per lasciare al lettore, nel vuoto aperto tra i versi, lo spazio per agganciarvi suoi ricordi e riflessioni.

Su questo terrazzo incantato, inondato dal canto azzurro delle ortensie, peraltro mai nominate se non nel titolo della prima poesia, planano speranze e delusioni mentre volano radenti i sogni della vita. Ogni descrizione trova così giustificazione e rispondenza in un moto dell’anima, attraverso indovinate analogie in cui esterno e interno continuamente si confondono, per dire che la vita è parte armonica di un tutto dove, come in Eraclito, ogni cosa scorre.

Come avviene per le ortensie, resta infine sotteso, ma sempre taciuto, un messaggio subliminale, una domanda di cambiamento nascosta tra le righe, senza la quale ogni poesia, anche la più bella, diventa sterile, e l’aspirazione a un viaggio che possa mutare la percezione delle cose, dando finalmente senso alla disarmonia che accompagna nostro malgrado i nostri giorni.

 

Aspetta a lungo

l’occhio che la sorga

la scarpa scompagnata

 

Non sa ancora

Che un tocco distratto

Sfiorerà il laccio

 

o un sibilo improvviso

pungerà chi

Di lei si mette in cerca

 

Attende sola

senza braccia e antenne

Di tornare da ingombri a traccia-ombra.

(pag.23)

 

E in altra poesia:

“… a te che sei altrove e forse guardi

 narro di morti taciute e occultate

dell’ondata sommersa degli infermi

di prigionia spacciata come bene.”

(pag.32)

 

E infine:

Giacché l’amore è piaga ed è sutura,

rimbocca i lembi che pure separa.

Dietro le spalle sussurra tenace

Le piccole virtù lungo il sentiero.

(pag.33)

 

Dunque un giardino, ricco di luci, colori, nostalgie e speranze, questo di Annamaria Curci, piccolo e immenso, rapido da visitare ma che poi pretende ritorni e riletture per poterne estrarre gli effluvi migliori.



Acquistabile on-line al link

venerdì 6 settembre 2024

Poesie d'acqua e di luci al Fontanone

 

Fontanone 2024

"Poesie d'Acqua e di luci

nell'ambito della rassegna "Eventi a Fontana" 

ideata e diretta da Gabriele Manili. 





Grazie a Gabriele Manili, ideatore e direttore artistico di Eventi a Fontana, ai poeti Luca Benassi, Anna Maria Curci, Renato Fiorito, Elisabetta Marconi, Monica Martinelli, Marco Masciovecchio, Maria Teresa Laudenzi, L;aura Pezzola, Michela Zanarella, ai musicisti Giacinto Mazzola e Amedeo Morrone e al grande poeta Elio Pecora che è stato nostro ospite d’onore.

Selezione di “Poesie d’acqua e di luce” lette al Fontanone:

 

Renato Fiorito

Andromeda, col suo corteo nuziale

cosparge di stelle l’universo.

Se non vedessimo il suo impasto di luce

diremmo che non esiste.

Invece è lì in fondo al cielo

a ricordarci da spazi siderali

la sua bellezza.

Tra miliardi di stelle, altri mondi

sono aggrappati alla volta,

quinte di teatro per la nostra commedia,

realtà irraggiungibili alle nostre domande

a cui manca sempre l’ultima risposta

che ci inchiodi alla terra

o ci renda immortali.

 

da Andromeda (Ladolfi editore)

 

 

Monica Martinelli

 

Le rovine mi proteggono

zampillano fontane dalla grotta dei sogni.

Quale universo percorro

salendo sui sassi della storia?

Betulle e olmi ombreggiano menzogne

dette per sopravvivere,

pensieri che non sanno dove andare,

in quale senso sciogliersi.

E questo inganno del tempo ci appartiene

in un divenire continuo di fiori e illusioni.

 

 

Elisabetta Marconi

 

I dettagli del mondo

Una carezza, un tramonto.

Il baffo di una nuvola rosa

una lacrima posa.

Uno sguardo, un sorriso,

un muro diviso.

Uno strappo (all' anima)

cucito negli occhi.

Un verso

un canto

un pianto.

Una parola detta di troppo.

Un seme che germoglia nell'orto.

Un bambino che corre,

una goccia che risuona veloce

o una che più' lenta scorre.

Di piccole cose

è fatto il mondo:

di dettagli,

di particolari

Di cose che noti,

di cose che sbagli.

Un guanto sfilato al rovescio

una buca dove si inciampa.

Un fiocco senza più colore,

Una fiamma che feroce divampa.

Sono i dettagli l’anima del mondo.

Eroi coloro che se ne innamorano:

leggeri e profondi

come un bambino giocondo.

 

 

Michela Zanarella

Sole della mia sconfinata estate

spalanco le ante dell'anima

e ti faccio restare perenne

in un cielo che ha sete infinita di luce.

Non è mai tardi

per essere fieri del proprio amore

mentre la vita maneggia con cura

giorni lasciati all'ombra e stagioni nascoste.

Questa voce che non sa dire

più di un silenzio

in realtà grida agli angoli del vento

come brilla il cuore

sulle vette del tempo.

Da l’eredità del Bosco- Macabor)

 

Marco Masciovecchio

dalla tua mano

lascia ch’io cada

come una piuma,

è una carezza l’aria,

impatto sulla terra

e sono seme

metto radice

al buio privo di luce

poi torno a respirare

e sono fiore

e poi di nuovo seme

dalla tua mano

continuerò a cadere.

 

 

Anna Maria Curci


 Ciane

 di natura imperfetta e sete immensa

è l’essenza di scorrere e cercare

nell’intralcio di lacci e cesure

di paratie ferrigne arrugginite

 

fonte azzurra di pianto e condanna

è sosta e ripartenza di papiri

fiumi di metamorfosi disciolte

vicenda di addensare e rifluire

 

(da Insorte, Il Convivio Editore 2022, p. 13)

 

 

 

Luca Benassi

(dubbio)

 Accade a volte – il filo del corpo

curvo nel piacere delle mani,

gli occhi aperti al buio del respiro –

che sei sul crinale, i piedi sulla lama

bianca delle rocce, le braccia aperte

all’orlo delle cime, fra i valloni

pieni di silenzio.

È lì che tenti il dubbio dei passi,

– da una parte il giglio della neve

dall’altra il nero della pietra –

e tremi alla parola, al suono

del sasso che cede alla scarpata

nella domanda non posta, nell’eco

dell’amore perduto fra i crepacci:

scegliere è trovare una mano tesa

l’argento della croce, un rosario

nell’aria rarefatta della voce.

Non importa il sentiero, il versante

la cresta corrosa dai muschi,

importa le dita che tengono la corda

la stretta della pelle contro il vuoto

il dono della fede che dipinge

l’alba sul tuo volto.

 

Giacinto Mazzola/Renato Fiorito

Clandestini(canzone)

Schromm.

Schromm.

Lento è il rumore dell’onda.

Schromm…schromm

Appendo il cuore alla luna.

Ora che è fermo il motore

la sete tortura.

T’ho portato a morire ragazzo,

ma volevo salvarti.

Schromm, schromm

Siamo morti già in tanti

nel lungo viaggio,

perfino i bambini.

Schromm.

Uno sparo nel buio,

un lampo di luce e la morte.

Fatti piccolo figlio,

non farti vedere.

Sono anch’io luminoso

come un astro inchiodato nel cielo.

Ma questo chiodo fa male.

Schromm… schromm

è il mantra del mare

che rotola dentro la notte,

indifferente al dolore.

Se non verranno a salvarci

saremo una cosa con l’onda.

Schromm… schromm.

Non so se ho peccato.

Perdonami figlio.

Anche la speranza è una colpa

per chi è come noi.

Schromm… schromm

Ha solo una stella la notte.

 

 

Maria Teresa Laudenzi

 Reggae

Esiste un'umanità di settembre.

Anziana e bambina.

Lenta.

Malandrina.

E un'umanità che

di lunedì

scappa.

Al mare.

Scappa dal lavoro

dal non lavoro

dai figli

dai mariti

dalle mogli

dai doveri

dai rumori

dai telefoni

dagli orologi.

E un'umanità clandestina.

Fatta di coppie

di nonni e nipotini

di signore sovrappeso

di uomini rugosi.

Al mare, a settembre

l'acqua brilla in modo strano.

Brilla per pochi fuggiaschi,

naufraghi della vita

che della vita sanno

e che della fuga fanno

il loro vessillo dorato.

Mentre un reggae tardivo

saltella fuori dal bar.

 

Laura Pezzola 

Sei acqua

 

Sei acqua dalle costole spugnose

moltiplichi valve sulle ferite

raccogli smerigli e piccoli granchi.

 

Sei acqua per le sorgenti

per i piedi scalzi

per gli uomini nudi

per il ventre delle madri.

Inondi di pietà le croci

scendi in rivoli e cascate

impasti fango e case.

 

Sei muschio tra le dita

stella che estingue l’arsura

goccioli fretta sulle rotaie

 e tutte le stazioni sono ritorni.