Una mia intervista su "L'estroverso" per parlare con Grazia Cavanna di "Andante con pioggia
mercoledì 4 novembre 2020
venerdì 30 ottobre 2020
lunedì 17 agosto 2020
1° PREMIO CITTA' DI MARTINSICURO
Gentil.mo
autore Renato Fiorito,
la
Di Felice Edizioni è lieta di comunicarLe che, per la sezione POESIA IN VERSO
LIBERO della XII edizione del Premio Letterario Internazionale “Città di
Martinsicuro” 2020, la giuria ha deciso di assegnare il Primo Premio ex aequo all’opera:
Gocciola
dal tetto del cielo
La cerimonia di premiazione è prevista per sabato 5 settembre, alle ore 21.00, c/o la Sala Consiliare del Comune, sita in via A. Moro 1, alla presenza di autorità e personalità del mondo della cultura.
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domenica 22 marzo 2020
Andante con pioggia - Recensione del Prof. Carmine Chiodo
Renato Fiorito, Andante con pioggia - Terra d’ulivi edizioni, Lecce 2019
Recensione del Prof.
Carmine Chiodo (docente di letteratura moderna e
contemporanea all'Università di Tor Vergata di Roma)
“Andante
con pioggia” di Renato Fiorito è prefato dal noto poeta Dante Maffia che nella
sua breve ma puntuale prefazione osserva giustamente che questo “è un libro d’amore,
ma molto diverso dai soliti tutti lacrime e passionalità”. Qui infatti senso
della realtà e capacità creativa si fondono felicemente. Nella poesia “Treni”,
per esempio si legge: “Scesero dal
treno/e li abbracciò la luna./ Il
marciapiede fece cento giravolte/ prima
di conficcarsi tra i binari.”; e in “Sembra nostro questo
buio”: “Nessuna parola dimentico/ nessun bacio./ Vorrei fare l’amore ti dico/ ma sei gatta selvatica/ e non ti lasci trovare”.
Una
poesia molto chiara e intensa, dunque, caratterizzata da versi che raccontano dell’amore,
del fascino che da esso promana, delle situazioni in cui si dispiega, cangiante
nella coloritura e nelle sonorità dei versi. Così dalla sezione dedicata ai
<<Notturni >> si passa a <<Chiaro di luna>>, <<Andante
con pioggia>>, <<Rapsodie azzurre >>, <<Vivace con
brio>>, <<Pastorale Rossa>>, <<Romance>> e infine
<<Ballate>>.
Protagonista
è il poeta con le sue riflessioni sia sulle tragedie del mondo: “Vieni a guardare i fiori,/ ce
ne sono tanti,/ proprio di fronte al Bataclan./ Del resto cosa può fare la gente/ se non regalare alla morte fiori colorati?”(I ragazzi del Bataclan), che
sulle emozioni più intime e personali: “In un angolo inutile del cuore/ ondeggia in dormiveglia/ l’azzurrità
del mare/ sapendo che va vita/ ormai è poca cosa.” (Di nuovo estate).
La
diversità di ritmi e tonalità ci permette di dire che Renato Fiorito sa suonare
vari strumenti, come del resto dimostrano i versi che cito: “Sconsolato mi attacco alla mia penna /per
inventarti e non lasciarti andare.” (Non
sono pratico di come gira il mondo); oppure: “La solitudine è una raspa/che mi leviga il cuore/ e lo fa sanguinare./ La tua assenza ha lame/che
perforano il ventre/ e
lentamente mi uccidono” (Vedovanza);
“È stanco il corpo oramai /ma ho
pinne di squalo /e azzurrità infinite.”
(Al largo), e infine: “In labirinti di
buio /si espande l’amore./ Per
vie segrete/ colma di viole/ i pensieri”
(Labirinti).
Leggendo
le sue poesie si resta colpiti dalla varietà tematica e linguistica, dalla
ricchezza di emozioni e dalla capacità di cogliere in profondità i singoli momenti
della vita, compresi quelli in cui la stessa, colta di sorpresa, va in frantumi,
come un boccale di birra, portando ad unità realtà interiore e dramma
oggettivo: “Qui Cristophe stava bevendo una birra./ Quando è stato colpito/ il boccale è caduto/ e la birra si è
mischiata al suo sangue” oppure, più avanti: <”Claire era raggiante/ mentre l’uccidevano./ Aveva desiderio di vita/ e ancora non sapeva del fuoco/ che le avrebbe fermato il respiro.” (I ragazzi del Bataclan).
Dalla
prima all’ultima lirica siamo dunque coinvolti in situazioni, scenari,
immagini, riflessioni, espressi con un linguaggio intenso e suggestivo. Ecco al
riguardo ancora qualche citazione: “Accovacciato in un angolo del cuore/
tesso pigramente la mia tela/ per antica abitudine/ anche se
ormai lo so/ che più non serve”
(Sfoglio i miei giorni); “Sono stanco del dolore di andare/ ma prendo ancora su di
me /la fatica dei remi/ per quest’ultima traversata./ Da solo.” (Naufragio);
“Una notte una donna/ mi ha amato,/ il prato per letto/ pareti di alberi/ la
luna per lume;” (Raccoglitore di
frutta); “Dove andiamo non so,/ non
me ne importa,/ partenza e arrivo perdono importanza /se mi dai il braccio per
il lungo viaggio” (Non sono pratico di come gira il mondo), e infine l’invocazione per protrarre
un raro momento di felicità: “Questa non è poesia,/ è la sua mano nella
mia,/ è il dolce percorrere delle sue labbra,/ è pelle sulla pelle,/ occhi
negli occhi, respiro su respiro,/ Non andare via stanotte ,/non andar via,”
(Questa non è poesia).
Entrano
a far parte della narrazione anche luoghi che ricordano antichi avvenimenti che
celebrano l’eterna leggenda dell’amore: “Naviga nei cieli stretti dei caruggi/ la luna. Bianca
si posa /sul fazzoletto di muro /che canta dell’amore perfetto.” (Piazza dell’amor perfetto), o
raccontano la magia di una città come Napoli: ”Napoli è l’anarchia che fa sistema/ e resiste agli abusi dei potenti./ Napoli è una ragazza che cammina/ e che non ha paura di
guardarti; e prima aveva
detto: “Napoli è la malinconia che
non ti lascia/ quando decidi
che devi andare via.”(Napoli
era cosi).
Anche in questo lavoro si confermano quindi quelle che
sono le caratteristiche di fondo della poetica di Renato Fiorito: un linguaggio
suggestivo e armonico che bene esprime la forza dell’amore e della nostalgia, senza
cerebralismi ma ricco di metafore e allegorie
che conferiscono ai versi potenza immaginifica e cadenze musicali; linguaggio
che dice il bello e il meno bello della vita, i suoi avvenimenti, gli incontri,
la fraternità, la memoria che si tramuta spesso in nostalgia e dolore.
Offro al lettore varie citazioni che vanno nella direzione che ho specificato
sopra: “Ha strappato le vele/
la tempesta, ed ora/ giace il legno in calma piatta /con solo un verso
/a farmi compagnia”(Caffè); “Cerco
una branda / su cui stendere queste ossa /piene di morte e di rimpianti”
(Vicoli); ”A sera sentiremo alla radio
/qualche canzone/o una commedia che non
mi piace tanto,/ La domenica ascolto la partita/ anche se il Napoli perde quasi
sempre” (Ecco cosa ricordo); “Cerco
uno sguardo felice /la carezza del
giorno,/ un ginseng tra di noi /una poesia da inventare” (Un posto tranquillo).
Tutti
i caratteri del libro vanno infine a confluire nell’ultima sezione “Ballate”, nella
quale il poeta ricorda in maniera struggente la sua Napoli, le passeggiate per
Toledo, i suoi affetti “il mare steso per
i poverelli/ che prendevano il sole in canottiera”. Qui la poesia si apre ai ricordi: “Torna a casa mia madre /quando è
sera./ Le vado incontro/ quando so che è l’ora /per
accorciar l’attesa,/ Mi piace
tenerle la mano sotto il braccio /e sentirne il calore,/ Nessuno mi ha parlato tutto il giorno,/ Solo lei ora mi chiede com’è andata./ Rispondo bene/e butto giù il dolore” (Ecco cosa ricordo): versi umanissimi, impregnati di
segreto dolore, come di rado si leggono
nella poesia odierna e che solo un poeta sensibilissimo come Fiorito riesce a
darci”.
E
ancora in “Piedigrotta” ci dice acutamente che la poesia non resta identica a
se stessa, ma cambia nel corso degli anni,
perché si arricchisce del dolore di chi leggendola la fa propria: “Per questo la poesia, se si fa grande /non resta uguale nel corso dei decenni /ma si
riempie del dolore altrui,/ di quelli che leggendola hanno
pianto. /Allora è la poesia che si rigonfia /come un fiume che cresce con la
pioggia,/ diventa forte e
tumultuosa e bella/ si fa
parola in bocca alla gente”:
dichiarazione poetica che, secondo me, è il più perfetto e centrato commento ad
“Andante con pioggia”.
A
conclusione di queste considerazioni è da dire che Renato Fiorito è poeta di
sostanza che ci sa dare una poesia sentita e chiara, espressa con un linguaggio
poetico che ben s’attaglia di volta in volta alle situazioni rappresentate. “Andante
con pioggia”, in particolare, è una raccolta, compatta e coesa, che sviluppa in
maniera efficace e personale, lontana da retorica o imitazioni, il tema della musicalità
presente nella poesia. Alta e originale poesia che ci riconcilia con la vita,
malgrado sconfitte e amarezze, tanto che, come si legge nella poesia
Piedigrotta, essa non resta uguale a se stessa
ma si arricchisce via via del dolore di chi la legge, come un fiume che
più va avanti e più si fa grande.
Carmine Chiodo
Carmine Chiodo
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