giovedì 18 dicembre 2014

Poesia all'Università eCampus

 
Il dramma dell'emigrazione e dei morti in mare all'Università ecampus di Roma
con le poesie di
Giovanna Iorio, Renato Fiorito,
Lucianna Argentino, Michela Zanarella,
 
 
 


"Legàmi" alla Biblioteca "Nelson Mandela"

Si è letto "Legàmi"
alla Biblioteca Nelson Mandela di Roma
con Franco Piperno,
 
Relatori: Serena Maffia e Giorgio Taffon
Ha letto le poesie l'attore Giuseppe Lorin
 
 

 
 
 

"Legàmi" alla Biblioteca Renato Nicolini di Corviale

 
Alla Biblioteca Renato Nicolini
di Corviale
a leggere "Legàmi"
con Carla De Angelis e Angelo Filippo Jannoni
 
 
 
 
 
 
 
 
 

sabato 15 novembre 2014

Vera D'Atri: Recensione di "Legàmi"

VERA D'ATRI 

/Trattengo il respiro/, scrive l’ultimo pescatore di perle.  I pescatori di perle sono finiti/ io sono l’ultimo/. 
Così l’autore di questi versi, spingendosi cautamente ad imitazione del moto ondoso, come appunto accade ai corpi in immersione, fruga nel profondo che sottintende il mare, sapendo che nel suo instancabile tentativo incontrerà qualcosa che lo renderà felice. La sua perla. Da questo si sente attirato, dal segreto ben custodito, il suo segreto. Trattiene il respiro e aspetta che la conchiglia si schiuda. Nel frattempo abitua i polmoni. Una fatica cui si sottopone per un’estrema urgenza.
Per renderci conto dell’esattezza di questa metafora basta leggere tra le righe di queste poesie mai violente, delicate, come fossero omaggi a ciò che dà vita alla ricerca e che si concludono quasi tutte con un improvviso, magico, incontrarsi. Nei testi Renato Fiorito evita gli eccessi, procede quasi con timidezza: /il rosso di un fiore che farebbe poesia/. Accenna a domande intrise di gioiosa complicità: /uscirai anche tu a guardare la luna? 
Nulla di spaventevole appare nella sua tristezza, misura le emozioni,  racconta storie di vite senza tragedie, di vite che si tengono al largo, come nella poesia Al bar: /non deve esserci costato troppo/ se possiamo andar via senza rimpianto/.
Forse tutto questo è frutto di contemplazione. Gli anni sono passati e bisogna dire “Non voglio ali” per dimostrare che si è ben consapevoli, che si è saggi, che decidiamo di noi attraverso una esperta comprensione.
C’è inoltre, in queste composizioni, una passione per l’altro, per gli altri, una forma di totale disponibilità, un sentimento pieno di rigoglio che sa tenere assieme amore ed amicizia, quasi una benevola candidatura a rappresentare il fulcro per la persona amata, e di amori ormai trascorsi chi scrive sembra non aver perso proprio nulla, conservando di essi ogni istante, ogni irrilevanza o luce di sguardi che ancora resistono vivi e attuali. Ecco spiegare tutto questo con un verso molto efficace: /Molte vite vorrei/ perché nessun filo/ fosse spezzato/.
E nella poesia è possibile avere molte vite. E’ la poesia una veloce e illimitata procedura di acquisizione e di riconoscimento, di spazi rarefatti e di spazi quasi instancabilmente resi anima. Una delle liriche più belle della raccolta, a mio parere, parlando del virtuale con un’indovinata analisi esprime benissimo tale propensione: /Il corpo non importa, puoi inventarlo/ poiché nell’azzurro virtuale/ solo i pensieri si abbracciano./ Non è così che avviene in paradiso?/
Dunque leggerezza, semplicità. Dunque quel provare e riprovare a non pretendere che verità, come nella poesia  “Anniversario” e a volte quel mettersi a sbirciare da un nascondiglio, facendo narrare la Storia da un piccolo cuoco cileno. Brano dove appunto la terribile morte di Allende viene fatta raccontare con molta emozione da qualcuno che la Storia mai utilizzerà nei suoi capitoli, nelle sue gallerie affrescate da glorie, trionfi e orrori. Ma è proprio questo voler occupare un posto secondario, questo farsi piccolo di fronte ai macigni dell’esistenza che spiega il modo in cui Renato Fiorito si approccia agli eventi.
Non bisogna avere ali, l’abbiamo già detto. In queste poesie si cammina, si guarda, si chiede qualcosa di dolce, di estremamente sottile, una complicità.
Spesso queste poesie ricordano, fanno parte di una rielaborazione, una rielaborazione che probabilmente agisce di frequente, con assiduità. Tornano all’accadere come a voler riprendere ciò che al momento era rimasto in disparte, una dimenticanza che ha lasciato un vuoto. Poesie che rendono al passato il merito di aver saputo generare il presente e di averlo fatto scaturire così com’è con la necessaria distanza, con quel distacco che solo può renderle capaci di parlare.    
Ma è anche vero che: /Le cose compiute/ sono altro da noi/. E pertanto tornano al segreto dal quale sono fuggite.  E anche noi in conclusione torniamo al segreto, a quello che si è affacciato, qui, nel tempo della lettura e che è per tutti quanto più sappiamo amare di noi stessi.

                                                                                                                                         Vera D’Atri 



"Legàmi” di Renato Fiorito - Lepisma Edizioni - è acquistabile in tutte le librerie o richiedendolo on-line ai seguenti siti:





mercoledì 22 ottobre 2014

Presentazione "Legàmi"

 




Mercoledì 12 novembre alle ore 17,00
presso la Biblioteca Renato Nicolini di Corviale
(Via Mazzacurati 76 - 00148 Roma) 
Presentazione della raccolta di poesie
"Legàmi"
di Renato Fiorito - Lepisma Edizioni
con Carla De Angelis e Angelo Filippo Jannoni



 
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Venerdì 24 ottobre alle ore 18,00 presso la Fondazione Don Luigi Di Liegro - Via Ostiense 106 – Roma è stata presentata la raccolta di  poesie:  
"Legàmi"
di Renato Fiorito
Lepisma Edizioni
con la partecipazione dei poeti:
 
Antonella Antonelli, Alberto Canfora, Davide Cortese, Sonia Giovannetti, Maria Teresa Habra Bidini, Monica Martinelli, Massimo Pacetti, Roberto Piperno, Lorenzo Poggi, Michela Zanarella e altri.




 
 
 
 
 

mercoledì 9 luglio 2014

Prof. Dante Maffia Recensione di "Legàmi"


RECENSIONE DI DANTE MAFFIA

Lo scrittore Dante Maffia nella prefazione alla silloge scrive: 

"Questo libro di Renato Fiorito è la prova lampante che la lirica è ancora fiorente e viva e che può dare altri doni se, ovviamente, utilizzata con parsimonia e con rinnovati ardori e, soprattutto, con rinnovati ritmi e linguaggio nuovo.
Mi pare che Renato Fiorito lo sappia fare e che affrontando gli argomenti, che sono poi quelli della sua esistenza e del suo quotidiano, riesce a darci uno spaccato ben visibile e godibile di ciò che sono i sogni, i desideri, le speranze, insomma il fluire della vita.
Non si butta a capofitto nelle astruserie e rispetta il senso del ritmo e della musica in modo che i sentimenti siano scanditi con leggerezza e con compattezza.
Il titolo del libro fa riferimento a una delle composizioni d’amore e devo dire che insistentemente nel libro si parla d’amore, ma con quel tono incantato e lieve che sempre dovrebbe accompagnare chi si occupa di una emozione così importante e così immensa:


“Legami le mani, amore mio,
legami il cuore,
e trascinalo vivo tra la folla
mentre frusti i cavalli del tempo
che tutto consuma
inseguendo altri sogni
che mi fanno morire,
ma non abbandonarlo
all’incongruenza del buio
poiché troppo vasta è la notte
se tu te ne vai”.

E’ soltanto un esempio di come il poeta sa affrontare i temi riuscendo a non coprirli di nessuna patina di ipocrisia.
Credo che dall’intero volume venga fuori una poetica suggestiva e accattivante imperniata sul concetto d’amore ampiamente inteso e mi pare un fatto importante, specialmente oggi che il mondo sembra essere diventato cieco e sordo ai richiami della bellezza, del rispetto e della bontà.
L’andamento delicatamente discorsivo dei versi porta facilmente il lettore all’interno di un mondo fatto di lealtà, di legami, per dirla con il titolo di Fiorito, che sono ineludibili ormai in una società che ha perduto la bussola.
Credo che la poesia debba avere anche il compito di svegliare le menti e i cuori e portarli alla fonte del senso, altrimenti si fanno soltanto sperimentazioni linguistiche e niente altro.
Il merito di Fiorito è quello di avere saputo tenere fede a se stesso e di avere saputo confessarsi con candore, in modo da arrivare al cuore di chi lo legge senza orpelli. Evidente che appaiono gli stilemi di una grande tradizione e spingano ad adesioni e ad analogie che conducono alla casa degli archetipi, ma la sfida è proprio in questo restare nel solco disubbidendo, di far rivivere la tradizione distorcendo un tantino la traiettoria. Mi pare che Renato Fiorito, in questo panorama caotico e rumoroso del popolo dei poeti odierni, meriti attenzione e proprio perché ha scelto la strada dolce e piana del dire quasi sottovoce, anche quando si tratta di lacerazioni d’amore, quando si tratta di addii e di abbandoni.
Tutto il canzoniere, come altro chiamarlo se non  con il titolo di Petrarca, ha una nota di malinconia, di incanto e di disincanto e Fiorito ci si culla dentro, immerso nei languori, nei dispiaceri e nelle esaltazioni:

“Ma ora che dal monte
sorge lenta la luna
ed esausto scorre ormai il desiderio
vorrei che la notte
avesse dita pietose
a lacerarmi il cuore”.

                                                                      Dante Maffia 










"Legàmi” di Renato Fiorito - Lepisma Edizioni - è acquistabile in tutte le librerie o richiedendolo on-line ai seguenti siti:











martedì 18 marzo 2014

GIORNATA MONDIALE DELLA POESIA

UNIVERSITA' E-CAMPUS -Venerdi 21 marzo 2014 dalle 10,00 alle 20,00. Via del Tritone 169 - Roma
Un gran numero di giovani poeti, presentati da poeti meno giovani per creare un ponte letterario tra generazioni nella giornata mondiale della poesia.

A me hanno affidato il giovane poeta Fabio Chiarini a cui faccio un "in bocca al lupo".