martedì 21 giugno 2011

Troppo rosso è diventato il cielo

E' in vendita presso tutte le librerie Feltrinelli e presso il sito Feltrinelli.it la nuova edizione della raccolta di poesie Troppo rosso è diventato il cielo, arricchita di tutte le nuove poesie dell'autore





Sono poesie d’amore, ma anche di impegno civile, che parlano delle stagioni dell’esistenza con le loro felicità e i loro abbandoni, del rimpianto per ciò che immancabilmente si perde e delle speranze che caparbiamente si riaffacciano ad ogni tornante della vita. Poesie che sanno scavare con dolcezza nel segreto dei sentimenti umani, scoprendone il nocciolo nascosto e universale. II verso, sfrondato da barocche aggettivazioni e sterili ricercatezze, si concentra tutto sull’efficacia delle suggestioni, con una semplicità linguistica che è frutto, insieme, di ricerca colta e delicata sensibilità, accogliendo la grande lezione ermetica di Ungaretti, come sacralità della parola che nasce dalla solitudine della condizione umana, e quella metaforica di Garcia Lorca, come felice trasposizione in immagini plastiche dell’astrattezza dei sentimenti.



Troppo rosso è diventato il cielo




Troppo rosso è diventato il cielo

e troppo vicina è la sera

per non sentire il dolore di questo giorno

che mi  inghiotte la vita

per risputarla sconnessa

nel buio della notte,

quando sogni  inquieti verranno

a trasformare in verità

le nostalgie del cuore.


Allora nuovamente saprò

com’ erano azzurre le mie sere

e come erano bianche le tue mani,

mentre  disegnavano nell’aria

ridenti carezze,

accompagnando parole

come foglie fruscianti.


Ora il tuo nome è sasso levigato, alga fiorente,

pesce argentato negli abissi del cuore.

 Ma troppo rosso è diventato il cielo 

e troppo sontuosi sono i drappi di nuvole

per non sentire il peso di tutte le assenze.

 

 

Aquilone


 


Il mare ha lontani clamori.

Su un filo di luna si corica l’infinito.

Anche la mia anima vi appendo

e aspetto che il vento del mare

la faccia volare.




Il vento soffia felice



Il vento soffia felice da dietro la luna

invadendo le sconfinate distese della notte

e scherzando leggero con i riccioli d’onde.


Le parole dette si perdono nel buio

con un suono lieve

mentre la luna ti accarezza i capelli.


Bianche corolle fioriscono segrete tra i tuoi pensieri

mentre muovi  le mani

ad accompagnare canzoni.


Il vento ha dita sottili

che ti muovono le vesti

e ti fanno sorridere alla sua malizia.


Anch’io vorrei abbandonare le mie paure

ed essere, infine, vento.




I pescatori di perle


I pescatori di perle sono finiti,

hanno indossato bombole e maschere

 e girano oziosi in cerca di prede.

Non sanno nulla delle perle.

Ed io mantengo il segreto.

Scendo a mani nude e trattengo il respiro.

Resisto e aspetto che la conchiglia si apra

e mostri infine la perla.

Allora con gentilezza e amore

tendo la mano e la raccolgo.



I pescatori di perle sono finiti.

Io sono l’ultimo.



Playa Pilar


                                  

Alla fine di tutte le strade

secoli accatastati in bianche conchiglie

guardano immobili

l’eterna distesa del mare.

Con le dita gentilmente mi sfiori

per sapermi vicino

nello sfarinarsi lento della vita.

Un cormorano grida

conficcato nel cielo

per fermare l’istante

che col sole tramonta.
 

Basta il suo volo

Per sentirsi fratelli.





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